Maradona stava svolgendo la riabilitazione dopo l’intervento chirurgico alla testa che aveva subito poche settimane prima per rimuovere un edema subdurale.
Una morte che, esattamente come una delle sue incredibili giocate, ha lasciato tutto il mondo a bocca aperta.
Maradona: le origini di una leggenda
Dopo le lacrime dei primi giorni ed il dolore delle prime settimane, i ricordi di quel sinistro, del pallone attaccato ai piedi, del condottiero coraggioso si sono fatti spazio nella memoria di tutti.
Dai palleggi con la pallina da tennis a Villa Fiorito, il barrio di Buenos Aires in cui è nato cresciuto, fino agli esordi con l’Argentinos Juniors ed i primi goal allo stadio “Bombonera” dove, con la mitica maglia numero 10 del Boca Juniors, fu intonato per la prima volta il coro “Maradò, Maradò, Maradò”.
L’arrivo in Europa a Barcellona, con la maglia blaugrana, ed il romanzo del passaggio al Napoli del presidente Corrado Ferlaino, con la presentazione allo stadio “San Paolo” di Napoli dove più di 80 mila spettatori accolsero Diego Armando Maradona in un torrido 5 luglio 1984.
Dalla coppa del mondo del 1986 al periodo nero degli anni Novanta
Le storiche vittorie del Napoli in Italia ed in Europa con in mezzo la coppa del mondo vinta con la sua Argentina nel 1986, l’edizione messicana del mondiale in cui Maradona segnò contro l’Inghilterra i 2 goal più iconici della storia del calcio: quello di mano e soprattutto quello più bello della storia, quando fu soprannominato “Barillete cosmico” dal commentatore uruguayano Victor Hugo Morales.
Poi il periodo nero. La finale di Italia ’90 persa contro la Germania, l’addio e gli eccessi di Napoli, il ritorno al calcio giocato con il mondiale del 1994 in Usa e le accuse di doping che lo relegarono nuovamente all’inferno. Alti e bassi che hanno accompagnato il D10 del calcio fino alla fine dei suoi giorni, ovvero il 25 novembre 2020. Il giorno in cui è morto l’uomo Diego ma è divenuto eterno il mito Maradona.