Nella primavera del 1992 il popolo jugoslavo stava vivendo la pagina più complessa della sua storia.
Una feroce guerra civile stava devastando terre e popolazioni che, fino a pochi giorni prima, erano unite tra loro. La risoluzione Onu 757 del 30 maggio 1992 si inserì nelle vicende balcaniche sancendo l’esclusione di tutte le rappresentative jugoslave da ogni competizione internazionale. Ai campionati europei di calcio che si sarebbero tenuti in Svezia, però, mancavano solo 10 giorni.
C’era bisogno di una squadra nazionale che sostituisse la Jugoslavia. La scelta cadde sulla Danimarca.
Proprio in quei giorni Richard Moller Nielsen, commissario tecnico della Danimarca, stava serenamente in vacanza. La notizia del ripescaggio della sua nazionale al posto dell’esclusa Jugoslavia diede inizio ad una delle più belle favole calcistiche della storia. Non per questo, però, meno difficile.
Due gli ostacoli che subito dovette affrontare il ct Nielsen: far credere ai propri calciatori che non si trattasse di uno scherzo e farli tornare dalle vacanze.
La Danimarca guidata dall’attaccante Brian Laudrup, che poco dopo sarebbe andato alla Fiorentina, e dal portiere Peter Schmeichel, leggendario ed eclettico difensore dei pali del Manchester United, venne inserita nel gruppo che comprendeva Inghilterra, Francia ed i padroni di casa della Svezia. Quel girone infernale, invece, indicò dove poteva arrivare quella che doveva essere la Cenerentola degli Europei.
Dopo aver superato incredibilmente la Francia allenata da Michel Platini, la Danimarca si ritrova in semifinale l’Olanda dei milanisti Ruud Gullit, Frank Rijkaard e Marco Van Basten, il cigno di Utrecht, con un giovane di belle speranze, Dennis Bergkamp. Nella semifinale con gli olandesi, invece, emerge dal nulla Henrik Larsen, centrocampista meteora nel Pisa che segna i due gol più importanti della sua carriera ma per due volte gli olandesi rispondono, prima con Bergkamp e poi con Rijkaard.
La partita si deciderà ai rigori. Dal dischetto segnano tutti, tutti tranne uno: Marco Van Basten.
Peter Schmeichel intuisce le sue intenzioni, para il rigore e porta la favola danese in finale contro la Germania.
Nemmeno una potenza calcistica come quella dei tedeschi campioni del mondo in carica, però, riuscì ad opporsi a questa incredibile favola calcistica.
Jensen e Vilfort firmarono il 2 a 0 per la Danimarca che si riscoprì campione.
Dall’ombrellone al tetto d’Europa in un batter d’occhio, roba che poteva capitare solo negli anni ’90.